Le ancelle sono tornate. La seconda stagione di The Handmaid’s Tale è uscita da pochi giorni, in Italia su TIMVISION dal 26 aprile, a distanza giusto di 24 ore dalla release americana.

Così come l’ottima fotografia e colonna sonora (l’ho analizzato nella mia recensione della prima stagione), anche i costumi infatti contribuiscono a creare, con pennellate di rosso e contrasti stridenti, il mondo distopico nato dalla fantasia di Margaret Atwood.

Prima di immergermi nella visione della seconda stagione di The Handmaid’s Tale e tornare agli orrori di Gilead, ho raccolto un paio di curiosità rivelate dalla costume designer della serie, Ane Crabtree, su questi costumi divenuti così iconici da generare anche migliaia di cosplay a tema: l’anno scorso a Lucca Comics and Games ho assistito a una “parata delle ancelle” molto suggestiva, anche perché le ragazze erano nel personaggio, con volti funerei e posture algide.

50 sfumature di Rosso per le Ancelle

Le simbologie legate al rosso si sprecano. Il riferimento al sangue è sicuramente primario: sangue che è violenza, ma è anche sangue mestruale e sangue del parto, un elemento spiccatamente femminile legato al ciclo della vita. Quando la Atwood scrive il romanzo nel 1985 ha già le idee chiare: le zie avrebbero vestito di marrone, le “Marte” di verde e le Ancelle di rosso.
La stessa Atwood ha dichiarato che in questa scelta si è ispirata anche a riferimenti storici: i prigionieri tedeschi in Canada durante la Seconda Guerra Mondiale venivano vestiti di rosso per spiccare rispetto alla neve ed essere identificabili in caso di fuga (similmente le Ancelle possono essere rintracciate se cercano di fuggire da Gilead).
Rosso è anche il colore associato alla Maddalena nella pittura sacra medievale e del primo Rinascimento: la peccatrice per eccellenza, dopo Eva.

Everything except the wings around my face is red: the color of blood, which defines us. – Offred nella storia.

Riguardo alla scelta del rosso, la costume designer Crabtree in diverse interviste ha raccontato che sono stati fatti migliaia di tentativi per trovare il rosso perfetto per la serie, anche perché si sarebbe trattato di una serie tv multietnica, dunque era necessario trovare una tonalità che potesse abbinarsi a colore di pelle differenti. Inoltre, doveva funzionare in camera: il rosso può rivelarsi un pugno in un occhio sullo schermo, si sa.

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La Crabtree e il suo team hanno trovato la soluzione in maniera “artigianale”: provando su se stessi le tonalità di rosso, essendo di etnie diverse, fino a scegliere quello che funzionava bene sotto ogni punto di vista e che sarebbe diventato così evocativo e rappresentativo della serie stessa.

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Una vagina invertita per zia Lydia

C’è un dettaglio femminista nascosto nell’outfit delle “Zie”: la scollatura sul petto del vestito richiamerebbe una vagina invertita.

L’ispirazione è venuta alla Crabtree da una installazione artistica di Judy Chicago degli anni ‘70, The Dinner Party, che rappresentava parti del corpo femminile su dei piatti in rilievo, per 39 posti a tavola apparecchiati, uno per ogni figura storica femminile. E’ stata considerata la prima opera femminista “epica”.

Una sorta di forma silente di ribellione a una ideologia che porta delle donne a sottomettere altre donne in una teocrazia misogina come quella di Gilead, come dichiarato dalla Crabtree.

It’s sort of my way of saying, ‘Fuck you.’
Like, ‘You might think that you’ve put this military, long, priest-like robe on me as an Aunt, but there’s not gonna be a cross around my neck, there’s gonna be a f**king giant vagina!’.
I have to design this in a way to oppress women, but I can give them their own pleasure—whether it’s metaphorical or real, physically. I had to oppress women, but I wanted to free them mentally, through design. – Ana Crabtree.

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