Questa storia nasce da un match.
Un messaggio privato su Instagram da una mia follower che non conoscevo (ancora). Mi lascia un link dicendomi che si tratta di un progetto che, conoscendo i temi di cui parlo, secondo lei poteva interessarmi.
Pochi giorni dopo mi ritrovo alla Casa delle Donne di Milano a conoscere sia quella follower (Elisa Emanuelli, che è anche una Social Health Educator e che ringrazio di cuore per aver creato questo match!) che l’autrice del suddetto spettacolo, Silvia Torri.
Perché lo spettacolo di Silvia poteva interessarmi?
Perché ha per protagonista un preservativo femminile, ma non solo.
Come nasce uno spettacolo su un preservativo femminile?
Sivia Torri ha 26 anni e nel 2013 si diploma come attrice alla Scuola di Teatro Arsenale di Milano.
Appena finita la scuola si iscrive a un corso di teatro di figura. Poi al secondo. Poi al terzo. Gira tutta Italia e l’estero (Francia, Svizzera, Austria) recitando per quattro anni in scuole, teatri e festival e imparando a costruire “a bottega”.
Le “marionnettes” rimangono il linguaggio teatrale a lei più vicino. Il femminismo e la libertà sessuale sono sempre stati temi caldi nella sua vita. Al liceo era la “sessuologa” improvvisata di tutte le sue amiche, non si è mai persa una battaglia per la contraccezione gratuita, ha letto saggi su saggi sul lavoro sessuale, ponendosi interrogativi senza trovare risposte e ha partecipato a tutte le performance contro le molestie in strada in tutto circondario milanese.
Nel 2014 inizia a lavorare come consulente per il benessere sessuale e nel 2016 si diploma all’A.I.S.P.A. (Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata) come educatrice sessuale, poi prende un altro diploma all’Università di Modena e Reggio Emilia per utilizzare il teatro di figura nell’ambito sociale. Inizia a lavorare nei progetti di educazione all’affettività usando il teatro di figura come “medium” per parlare d’amore, sessualità e prevenzione a bambini e adolescenti.
Così succede che a maggio 2016 “Ala Milano Onlus“, un’associazione milanese che si occupa di prevenzione all’HIV con cui Silvia collabora, le chiede se avesse dei pezzi teatrali da presentare nelle università per parlare di prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili. Scrive un’idea e la invia al “Theatre des Marionnettes de Genève” di Ginevra: su quarantacinque candidature, viene selezionata.
E’ un piccolo spettacolo di teatro fatto di oggetti che parla di amore, sessualità e prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili.
Dalla descrizione di FLIRT sul crowdfunding
Per ora dura quindici minuti.
Un anno dopo Silvia parte per Ginevra dove per un mese lavora su questo tema seguita da un drammaturgo, Fabrice Melquiot, e da una regista di teatro di figura, Emilie Flacher. E’ lì che nascono i primi quindici minuti di “FLIRT – Le protezioni del cuore“.
“Flirt” è uno spettacolo di quindici minuti di teatro d’oggetti, un po’ poetico, un po’ sfrontato e un po’ pop.
Silvia Torri
Lo presenta a “Progetto Cantiere” a Incanti, un importante festival di teatro di figura italiano che si svolge a Torino, e anche lì passa le selezioni. A settembre 2019 Silvia dovrà presentare al festival lo spettacolo completo di 45 minuti!
Ha nove mesi (una gestazione!) per raggiungere questo obiettivo!
La ricerca di Silvia su Tinder, il sesso, le relazioni e la contraccezione
A marzo 2018, quando ho iniziato a fare ricerche, Tinder contava 26 miliardi di match al giorno.
Silvia Torri
Quando alla Casa delle Donne ho assistito allo spettacolo di Silvia, mi aspettavo uno spettacolo con protagonista un femidom, ma non che contenesse anche Tinder. E’ stata una magnifica sorpresa. Così le ho chiesto dopo perché ha inserito il tema di Tinder nello spettacolo.
Perché è uno dei mezzi più usati dai 20-35enni, anche fino ai 40 anni, per trovare uno/una partner. Non solo Tinder ma le dating app in generale.
Silvia Torri
Nelle interviste è venuto fuori abbastanza spesso Tinder. Mi raccontavano che a primo impatto il preservativo durante gli appuntamenti lo usavano o se lo portavano dietro e poi il suo utilizzo dipendeva da com’era la situazione sul momento. Meno sei preso/coinvolto più ti proteggi. Più sei preso/ti fidi, meno ti proteggi. Questo è venuto fuori comunque sia nelle relazioni su Tinder che con altri mezzi o offline.
Dipendeva da come andava l’appuntamento. Se prima di arrivare al rapporto si era instaurata una relazione, poi tendenzialmente non lo usavano. Persone che si incontravano per fare sesso e basta invece di solito lo utilizzavano.
Il grado di relazione influisce quindi anche sul grado di “protezione”.
La grossa problematica della contraccezione è la relazione, come la fiducia e quello che si mette in campo nell’amore va in conflitto con la contraccezione e la prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibile.
Silvia Torri
Se mi fido di te non posso pensare che sei malato. Quindi non mi proteggo.
Silvia mi racconta che ha fatto anche delle interviste in discoteca:
Tantissimi mi dicevano che tolgono il preservativo durante il rapporto (con consenso di lei almeno però). Lo tolgono anche perché spesso sono ubriachi e dicono di non sentire nulla. Questo ci fa riflettere anche sulla correlazione tra alcool, sesso occasionale, ansia da prestazione e contraccezione.
Silvia Torri
A me questo fenomeno del togliere il preservativo durante il rapporto lascia abbastanza di ghiaccio. Quando lui lo fa senza che l’altra persona ne sia consapevole, ha un nome preciso in inglese e si chiama “stealthing“. Non è praticato solo dall’uomo ma anche nella donna che in questo caso può manomettere il preservativo praticando dei fori per farsi mettere incinta senza consenso di lui.
Lo stealthing in Gran Bretagna è un reato ed è accomunato alla violenza sessuale. La prima condanna per stealthing è avvenuta da parte del tribunale Svizzero, che ha deliberato che “se l’uso del preservativo era previsto, ma non è avvenuto, avere un rapporto non protetto costituisce legalmente violenza sessuale“. Questo primo caso riguardava un uomo di quarantasette anni è stato condannato per stupro dopo aver rimosso il preservativo durante il rapporto con una donna conosciuta – ironia della sorte – su Tinder.
Ma nei casi raccolti da Silvia le partner erano consenzienti e questo mi fa riflettere ulteriormente su quanto la fiducia che riponiamo (o crediamo di poter riporre) nell’altro, ci porti a essere disposte a “rischiare“.
Tinder non sarà comunque l’unico elemento su cui si fonderà la drammaturgia ma lo spettacolo sarà sulla sessualità in generale, sulle relazioni e le problematiche sessuali dei 20-35enni. Uno spaccato di realtà sessuale dei giovani adulti. Tutto è legato alle protezioni e alla contraccezione.
Silvia Torri
Il crowdfunding per completare lo spettacolo
Alla fine dei quindici minuti di spettacolo di Silvia, mi sono commossa. Poi ho sentito il gli applausi scrosciare dietro di me che ero tra le prime file. Mi sono voltata. La sala della Casa delle Donne era piena. Di uomini, donne, di ogni età. Era fantastico. Mi sono resa conto che questa cosa che adesso sembra così piccola è preziosissima, per questo merita sostegno.
Perchè Silvia ha avviato una campagna di raccolta fondi per lo spettacolo?
Non solo per raccogliere i fondi ma anche per far conoscere il progetto e creare una piccola comunità dove proseguire le interviste e scambiare pareri ed esperienze.
Silvia Torri
Cosa può fare Silvia coi soldi raccolti?
A Silvia daranno delle residenze ossia degli spazi di prova gratuiti e un tutoraggio in giro per l’Italia, con i soldi raccolti lei potrebbe rimborsare i viaggi, potrebbe inoltre pagare dei professionisti per completare il lavoro, una persona che segua la parte di scenografia e attrezzeria e una che segua la parte tecnica (audio, luci), comprare i materiali e coinvolgere una persona competente che possa supervisionarle il lavoro, “perché da soli non si fa niente o poco più”, scrive Silvia.
Il goal di Silvia è di 5.000 euro (al momento in cui scrivo ne ha raccolti 1.310), io ho lanciato sul mio profilo Facebook una raccolta fondi: quello che raccoglierò lo donerò a Silvia per realizzare questo piccolo grande progetto!
Su Match and the City siamo in più di 16.000 tra i vari canali, basterebbe anche che una parte di voi donasse da 1 a 5 euro per raggiungere facilmente il suo goal.
Ci aiuti? 🙂
PS. Silvia fa parte anche del collettivo “Le Pupazzare“, un collettivo milanese con scopi aggregativi e politici che, tra le altre attività, costruisce pupazzi a forma di vulve! (li avrete visti nelle manifestazioni di Non una di meno a Roma o al Pride di milano)
Foto di scena per gentile concessione di Silvia Torri.