La prima giornata del viaggio è qui.
Dopo la colazione a base di fichi appena raccolti e marmellate a km 0, lasciamo il B&B Paradiso in Campagna di Conversano, punto strategico sulla via per Polignano a Mare, dove io e la mia amica Laura ci dirigiamo con la macchina a noleggio.
Polignano a Mare (Cala Porto e Cala Paura)
Sapevamo che il primo problema sarebbe stato il parcheggio. Arrivate in città Laura applica una regola che ci aiuterà anche in altre tappe: quando Google Maps comincia ad annunciare -500 m all’arrivo, cominciare a cercare parcheggio, perché se vai troppo vicino alla meta finisce che ti infogni e non lo trovi. Cerchiamo così per le vie della città, evitando i punti più inflazionati, e infatti lo troviamo senza alcun problema a pochi passi dalla spiaggia principale, la più famosa: Cala Porto.
Forse uno degli scorci più fotografati della Puglia. Ed effettivamente merita.
C’è tanta gente, ma cosa volevamo aspettarci ad Agosto? Riusciamo a conquistarci un lenzuolo di terriccio dove piazziamo un piccolo accampamento. Il sole picchia, ci eravamo fatte prestare dal B&B un ombrellone, che poi restituiremo andando a recuperare le valigie che pure abbiamo lasciato là.
La calca ci limita un po’ nel godere del paesaggio, così decidiamo di spezzare – è anche ora di pranzo – andando alla ricerca di un’altra spiaggia nel pomeriggio.
Polignano a Mare è anche la sede di un famoso locale, Pescaria: fondato qui dall’agenzia pubblicitaria Brainpull e diventato anche una Case History Facebook, poi esportato anche a Milano. Non potevo perdermi il loro hamburger di pesce! Ma mi avevano messa in guardia: all’ora di pranzo la fila minima è di 1 ora. Ma io e Laura siamo delle maniache del controllo, non dimentichiamolo: la mattina, prima di scendere a Cala Porto, eravamo già passate da Pescaria, che era in apertura. Ci informano che è possibile prenotare il panino per ritirarlo a pranzo saltando la fila, grande! Così alle 14:00 arriviamo al locale, saltiamo bellamente i poveri cristi in fila col caldo mortale, ritiriamo le cibarie e troviamo anche da sedere. Tutto buonissimo!
Dopo esserci ristorate, zaino e ombrellone in spalla andiamo alla ricerca di un’altra spiaggia a Polignano a Mare. Ci dicono che poco dopo la famosa statua di Domenico Modugno – molto toccante – c’è Cala Paura, che ha una parte libera e una attrezzata.
Mentre la raggiungiamo il paesaggio è mozzafiato.
A Cala Paura piazziamo l’ombrellone un po’ selvaggiamente poggiandolo contro una vecchia barca e riusciamo anche a farci un bel bagno. Anche qui la spiaggia è minuscola e affollata, ma ne vale la pena. Inoltre le pietre sono più piccole ed è possibile tutto sommato camminarci senza scarpe da scoglio (ma con molta cautela, si scivola!).
Ancora zozze di sale marino ci rimettiamo in macchina: destinazione Lecce, la “Firenze del Sud”.
Consigli di viaggio su Polignano a Mare
- Portarsi dietro o provare a farsi prestare da un B&B l‘ombrellone: il sole picchia, Cala Porto non è attrezzata ma libera, a meno di pagare non so quanto per i lettini (pochi) che ho visto lì (facevano parte di un bar credo).
- Scarpe da scoglio: la spiaggia è di sassi grossi che proseguono anche in acqua, con le infradito è una impresa da tirar giù porconi.
- Cercare parcheggio nelle vie della città, anche non vicinissimo alla spiaggia, che è comunque dentro la cittadina.
- Se vuoi provare i panini di Pescaria, prenotali prima, altrimenti c’è almeno 1 ora di fila da fare.
Lecce: la storia, l’arte e il pasticciotto
Lecce è chiamata la “Firenze del Sud” ed effettivamente ci ha incantate con la sua bellezza. Abbiamo un B&B nel centro storico, Casa Argia, il proprietario, Francesco, ci viene a recuperare ed è gentilissimo. Non manca nulla, c’è l’aria condizionata (dettaglio fondamentale) e anche tutto l’occorrente per la colazione dell’indomani (io commossa).
Siamo appunto nel cuore di Lecce, a pochi passi da Porta Napoli e da piazza Sant’Oronzo. Dopo essere tornate esseri umani grazie a doccia e shampoo, io e Laura usciamo in centro. La piazza è animata, scopriamo che Lecce è piena di storia e arte ma è anche una città moderna, piena di negozi. Scopriremo di più l’indomani quando in mattinata avremo una visita guidata, per la quale ci siamo rivolte all’Info Point “Il Sedile”.
Ceniamo velocemente perché sono le 23 passate, Laura prende un panino con salumi e formaggi freschi qui mentre io mi calo un gelato alla pasticceria storica Alvino in Piazza Sant’Oronzo (non male!). Sempre da Alvino prenderemo alcuni tra i migliori “pasticciotti” di Lecce l’indomani, prima di ripartire: saranno una goduria.
Mentre passeggio in piazza Sant’Oronzo la sera a Lecce penso a quali ragazzi pugliesi ho frequentato tramite Tinder. Ne ricordo due.
Uno era stato piacevole e ci sapeva fare, salvo poi mollarmi l’indomani dicendomi che era improvvisamente tornata la sua ex e avevano deciso di provare a convivere (iobboh).
L’altro è passato alla storia per una frase dialettale con cui giustificò il suo epic fail (peccato, era tanto carino):
“Ti giuro che poco fa ce lo avevo arrivato fino a qua!“, (indicando sopra l’ombelico).
Cosa gli fosse arrivato fin lì, tanto era esteso (secondo lui), lo lascio intendere a voi.
Io purtroppo quella notte non vidi arrivare proprio nulla.